Quando si parla di eccellenze che caratterizzano il nostro Bel Paese, non si può non chiamare in causa il vetro di Murano. Prodotto artigianale – sarebbe meglio dire artistico – famoso in tutto il mondo, si contraddistingue non solo per il suo indiscusso fascino, ma anche per la versatilità. In commercio, infatti, è possibile trovare numerosi manufatti. Dai vasi di Murano, fino ai quadretti e alle decorazioni natalizie, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Se ti stai facendo domande in merito a questo straordinario materiale e, per esempio, vuoi sapere quali sono le tecniche di lavorazione, non devi fare altro che proseguire nella lettura di questo articolo.
Avventurina
Dietro all’avventurina, una delle tipologie più antiche e preziose di vetro di Murano, c’è una lavorazione estremamente raffinata. Cosa prevede di preciso? Parliamo di un processo – che secondo la tradizione sarebbe stato scoperto per caso – che si porta alla presenza, all’interno della massa vitrea, di cristalli di rame di piccole dimensioni. Questi ultimi possono essere di vari colori. Nella maggior parte dei casi, sono tendenti al bruno o al verdastro.
Filigrana
Questa tecnica di lavorazione del vetro di Murano permette di apprezzare, una volta finito il manufatto, la presenza di qualcosa di simile a un merletto all’interno della parete vitrea.
Battuto
In questo caso, si ha a che fare con una tipologia di lavorazione che vede l’artigiano procedere alla levigatura della superficie del manufatto. In che modo? Battendola attraverso a freddo. Questo procedimento prevede la possibilità di apprezzare visivamente la presenza di bolli di forme differenti. L’oggetto in vetro, in questi casi, sembra sottoposto a una lavorazione affine a quella con cui si ha a che fare quando si batte il ferro.
Filigrana a retortoli
Quando si ha a che fare con questa tipologia di lavorazione di quella straordinaria meraviglia che è il vetro di Murano, si ha come risultato, a livello della parete sottile del cristallo, un motivo che si contraddistingue, dal punto di vista estetico, per la presenza di fasce parallele di fili. Questi ultimi risultano intrecciati a spirale.
Calcedonio
Non c’è che dire: quando si parla di lavorazioni del vetro di Murano, si aprono le porte a un vero e proprio mondo! Tra gli aspetti che lo caratterizzano e lo rendono speciale rientra la tecnica del calcedonio. Quali sono le sue peculiarità? In questo caso, il vetraio opera mescolando tra loro metalli di vario colore. Lo scopo è quello di imitare l’aspetto di pietre preziose, come per esempio l’agata e il calcedonio.
Questo approccio tecnico alla lavorazione del vetro dell’isola di Murano è stato messo a punto nel XV secolo e, diversi secoli dopo, ossia alla fine dell’800, riscoperto grazie al maestro vetraio Lorenzo Radi.
Canna
La lavorazione del vetro di Murano a canna è una delle più famose. Cosa prevede di preciso? L’impiego di piccole canne di vetro, che possono essere rotonde o piatte. A livello visivo, grazie a questa tecnica si ottiene un oggetto dagli effetti cromatici molto particolari.
Lavorazione a lume
Nel caso della lavorazione a lume, si ha a che fare con un procedimento che prevede l’utilizzo di una fiamma diretta, grazie alla quale si ha la possibilità di ammorbidire la canna vitrea. Come mai il procedimento ha questo nome? Perché nell’antichità veniva portato avanti utilizzando un lume a olio. La tecnica appena ricordata è molto apprezzata dai maestri vetrai in quanto consente a questi artigiani/artisti di esprimere al massimo il loro estro.
Murrina
Concludiamo parlando di una delle tecniche di lavorazione del vetro di Murano più antiche in assoluto. Di origine romana, è stata riscoperta nel XIX secolo, prevede la realizzazione di un fascio di canne in vetro, che vengono disposte in modo da ottenere un disegno specifico.